Roger è in volo. Italo-svizzeri di chiara provenienza partenopea siedono accanto all’intransigente fustigatore di toilette. Il fastidio è evidente quando vengono snocciolati tutti i luoghi comuni sull’Italia che nemmeno Mino Reitano avrebbe avuto il coraggio di pronunciare in pubblico. Nell’ordine: il mare che non c’è in Svizzera (però!), la pizza (e qui qualche dubbio s’insinua), la temperatura mite (Roger è lieto ai Bernacca campani per la lodevole scoperta). L’unico vero problema all’estero – l’assenza del bidet – non è nemmeno citato… Per grazia ricevuta l’hostess Heinze (il nome è colpevolmente sfuggito) passa con il carrello delle vivande. Roger intuisce che toccherà battagliare, come al solito, per un sandwich senza formaggio. E infatti la rigidità svizzera non ha previsto un’alternativa. Toccherà chiedere, in sostituzione, la solita immarcescibile Coca-Cola che, certo, consumerà lo stomaco dal momento che il prode non mangia da cinque ore. Avevate un’alternativa? Potevate parlare. E allora via con la Kola. Passano cinque minuti e i tre ricominciano a parlare della zia Concetta (sic!) e del suo carattere forte ma indiscreto. Si leva un grido: “God save Roger!” E’ giunta l’ora di spezzare le catene e di recarsi nella “secreta stanza”. Slacciata la belt Roger si reca baldanzoso in fondo al velivolo. Sorpresa: la porta si apre a spinta (come in tanti altri aerei, a dire il vero). R. si chiude dentro (certo, deve toccare la chiusura). Lo spazio è confortevole e l’odore gradevole (grazie, il volo dura poco più di un’ora). Disinfettante e sapone liquido sono all’altezza, si vede già dalle confezioni e dal portasapone. Roger si applica con la consueta professionalità: non ha molto da dare al mondo che gli sta sotto ma, a turbare il momento solenne, è il vuoto d’aria che immancabilmente spezza la quiete quando si disturbano le sacre Alpi. Superato il momentaneo disagio Roger scarica quel che c’è e aspetta il rumore sordo dei cessi chimici a lui così caro. Tocca per la seconda volta qualcosa nel bagno, ahi ahi. Si lava le mani. La carta non è troppo ruvida ma assorbe bene, e si asciuga senza particolari problemi. Certo, è tutto manuale e R. è fottuto dalla Schweingrippe anche qui. “Pazienza, caro Roger, non è che puoi andare in giro gratis, tocca rischiare.” Si riapre la porta e nonostante il morbo il volto di Roger è chiaramente soddisfatto. Beh, se si dovesse giudicare dal numero dei contatti… Ma Roger è buono, non si può pretendere chissà cosa a 6.000 metri dalle meschinità, siamo seri!
Voto: 6,5