Mi sto perdendo.
domenica, 10 Maggio 2009 by Luca Di FrancescantonioNon ci sono dubbi. Mi sto perdendo. Fermo l’auto nella strada immensa persa in un deserto di cemento che si china su se stesso all’avvicinarsi di un altro tramonto, l’ennesimo ma uguale a quello di ieri. L’aria calda, inaspettata dopo un febbraio freddo, mi lascia leggero nella mente.
Dove ho messo la cartina? Dovrò mettere in ordine anche qui, in macchina oltre che nei miei pensieri di scorta. Sento ancora quell’eco provenire dall’autostrada silenziosa, aldilà del casello di questo paese sperduto. Voglio solo cercare un posto dove fermarmi, e capire. Non penso sia poi così difficile stare lontano dagli altri come volevo. È un periodo strano, sensibile, quando decidi di provare strade diverse.
Nel caldo, la strada provinciale mi accoglie nella sua freddezza, vecchia di anni, crepata dalle troppe piogge, derisa dai troppi terremoti di questo secolo. L’auto è già lontana e parcheggiata. Pulisco i miei occhiali da sole mentre mi guardo attorno nel deserto, case e case bianche lasciate e trascurate senza filtri e senza numeri, senza vita e senza ordine. Sento il sapore di un mare lontano che non c’è sulla punta delle mie labbra, assaporo il sale di una sete senza preavvisi, al centro di un deserto di cemento. Sono le due del pomeriggio.
Ricordo lei e il suo sguardo, il suo corpo nudo nel mio letto in un pomeriggio simile a questo. Stava ancora ridendo, come solo lei sa ridere, per qualche mia scemenza, mentre cercavo di non guardarla. Mentre ora, cerco di non ricordarla. Non so dove mi sono perso. Capita di prendere strade che non si volevano, di prenderle e basta senza fare nulla se non fidandosi dell’istinto, di un uragano nascosto nato da cause invisibili. E lasciare che l’uragano vada e si abbatta su quelle strade.
Entro nell’albergo in fondo alla via, mentre signore anziane rimangono sedute accanto le porte di casa, e gatti indolenti rimangono assonnati a guardarti. Il trentenne alla portineria mi chiede i documenti, mi lascia una chiave. Penso di rimanere una notte.