L'Aquila
sabato, 23 Maggio 2009 by La FeniceLunedì 6 aprile 2009 ore 03:41
Un grande boato…Tremano le viscere della terra, sale l’onda maligna della distruzione lungo le colonne delle case, sveglia le famiglie con i bambini che sereni dormivano nel sonno dell’incoscienza e li fa piangere forte sempre più forte, mentre il panico sale… Alcuni scendono giù per le scale, senza nulla, solo la propria vita che è la cosa più cara da salvare, altri sono immobilizzati dall’impotenza e sperano, abbracciando la persona cara, di poter fuggire quando tutto sarà finito.
Allarmi di negozi e auto suonano ovunque, i cani abbaiano e il rumore sembra non cessare mai: tra le lacrime della gente, il terrore di un grido, continuano a crollare calcinacci, le case si frantumano come fossero castelli di sabbia alzando un gran polverone nel buio della notte, nuove scosse, scricchiolii agghiaccianti e la gente corre sulle macerie con le mani sulla testa… fugge, chi ha potuto, da questo INFERNO che si è scatenato sul mio popolo!
Molti si girano per un attimo dietro le spalle per controllare se la madre, la figlia, il nonno, lo zio… è ancora lì dietro di loro… E INVECE NON CI SONO!… Folle è la corsa per tornare alla propria casa e immenso è il dolore di chi della propria casa non ritrova proprio nulla, insieme alla madre, la figlia, il nonno, lo zio…che ha perso durante la fuga. Foga nelle persone tra i mattoni che vengono tolti uno ad uno per liberare chi ancora grida e si fa sentire immerso dalle macerie di ciò che ha costuito magari per una vita…
L’Italia intera al mattino è già in viaggio per andare dalla mia gente: sono i soccorsi, la solidarietà umana, è lo Stato…ma fra quella gente ci sono i genitori, i genitori di quei figli che erano lì per studiare…Ed è questo il dramma di questa catastrofe!
L’impotenza che si percepisce è talmente grande che ti svuota l’anima, gli occhi assolti della gente che guardano un cornicione rimasto in piedi, i resti che mostrano un panorama spettrale di quella che era fino a pochi secondi prima la loro vita a colori, corpi ammucchiati su i marciapiedi, sulle panchine, i visi tramortiti spaventati, ancora terrorizzati…Gridi di madri che si alzano, rompono questo silenzio improvviso che parla e dice tutto da sé…
Ed è questo l’inferno…
Ed era quello di prima il paradiso nel benessere del progresso, della famiglia, degli affetti, dei ricordi, della dinamicità del lavoro… la dignità dell’esistenza umana.
E in questi casi ci si rende conto di quanto L’ESSENZIALE SIA INVISIBILE AGLI OCCHI: una casa, chi ami al tuo fianco per condividere la quotidianità e la vita… cose sulle quali non poniamo mai un sguardo attento, riflettendo: “Con questo ho TUTTO”…ed è questo TUTTO INELUDIBILE che è stato tolto alla mia gente…In venti secondi il NULLA!
La natura matrigna, sovrana, si è riappropriata delle vite che l’ingegno dell’uomo ha cercato di salvare, nel vano tentativo della sublime illusione scientifica.
Ma l’uomo non accetta questa impotenza, non accetta il limite, ama sentirsi padrone della propria vita, libero di scegliere ancora…e allora si scava, si costruisce, si porta conforto, si sostiene…Perché non c’è cosa che ci unisce di più che IL MALE!… Perché quando siamo nel benessere siamo egoisti, mentre nel dolore abbiamo sempre bisogno dell’altro!
Quelle mani di sangue che scavano, quelle mani che applaudono per una vita salvata…Quelle mani che si asciugano le lacrime, quelle mani che si stringono…
Quelle mani sono le stesse mani dell’uomo, l’uomo che ha costruito casa di sabbia!
SEMBRA ASSURDO, ma la dicotomia tra l’essere umano e l’essere animale…è sottile!
La Fenice
P.S.: Le foto di questa pagina sono di Gianluca Scerni, altre riguardo questo dramma si trovano su gianlucascerni.it/gallery/v/terremoto-laquila